La storia del Castello di Gradara deve la sua fortuna all’invidiabile posizione che lo rende, fin dai tempi antichi, un crocevia di traffici e genti.
A cavallo tra Marche e Romagna, sorge su una collina da cui domina il mare Adriatico da una parte e le vallate dall’altra.
Durante il medioevo la fortezza è uno dei principali teatri degli scontri tra il Papato e le Casate marchigiane e romagnole.
La Storia del Castello di Gradara nei secoli
1100 – 1300
La costruzione ha inizio attorno al XII secolo per volontà di Pietro e Ridolfo De Grifo che usurpano la zona al comune di Pesaro.
Nel XIII secolo Malatesta da Verucchio detto il Centenario, con bolla di Bonifacio VIII, si impossessa della torre dei De Grifo e ne fa il mastio della attuale Rocca. Sono i Malatesta a costruire la Fortezza e le due cinte di mura tra il XIII ed il XIV secolo.
Secondo la leggenda, un giorno del settembre 1289 qui cadono Paolo Malatesta e Francesca da Polenta trafitti dalla spada di Giangiotto Malatesta.
1400 – 1500
Il dominio della famiglia su Gradara finisce nel 1463 quando Federico da Montefeltro espugna la Rocca al comando delle milizie papali.
Dal 1445 al 1513 il vicariato di Gradara è affidato agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Nel 1494, appena quattordicenne Lucrezia Borgia è data in sposa dal padre (il papa Alessandro VI Borgia) a Giovanni Sforza e nel 1497, per volere del Papa, il matrimonio è sciolto per necessità politiche, mentre Giovanni Sforza ha salva la vita perché accetto di firmare un documento in cui ammette (falsamente) di essere impotente.
Dal 1500 al 1503 è occupata dal fratello di Lucrezia – Cesare Borgia detto il Valentino.
Nel 1513 Papa Giulio II, salito al soglio pontificio, affida Gradara al nipote Francesco Maria II Della Rovere, famiglia che qui governa fino al 1631
1600 – 1700
Dopo la morte di Livia Farnese, vedova del Della Rovere, la Rocca è amministrata dal papato che la concede in enfiteusi al conte Santinelli, poi agli Omodei di Pesaro, quindi agli Albani ed infine, nella seconda metà del 1700 al marchese Mosca di Pesaro.
Egli si occupa amorevolmente della costruzione ed alla sua morte vuole essere sepolto nella chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista situata entro la seconda cita di mura.
1800 – ad oggi
La Rocca diviene proprietà comunale e questi nel 1877 la cede al conte Morandi Bonacossi di Lugo.
Nel 1920 l’Ing. Umberto Zanvettori di Belluno, ma residente a Roma, la acquista per tre milioni di lire e nelle sue abili mani essa rinasce: chiama collaboratori di fama quali gli architetti Ferrari e Giovannoni con un preciso e delicato restauro che si collega a quello compiuto quattro secoli prima da Giovanni Sforza.
Nel 1928, poco prima di morire, Umberto Zanvettori vende la Rocca allo Stato italiano con la clausola che la vedova, Alberta Di Porta Natale debba goderne dell’usufrutto. Fino alla sua morte Alberta Porta Natale dedica grandi energie al mantenimento della Rocca che diviene visitabile in parte, escludendo le sue stanze private.
Nel 1983, la Rocca diventa pienamente accessibile al pubblico.